IN PUNTA DI FIORETTO: LA STORIA DELLA SCHERMA
I cinefili lo sanno: c’è una sola occasione, ad oggi, che abbia fatto incontrare due miti contemporanei del calibro di Madonna, regina del pop, e di James Bond, l’agente segreto nato dalla penna di Ian Fleming. È una lezione di fioretto: nel prologo di Die Another Day di Lee Tamahori (2002), la cantante istruisce Pierce Brosnan, 007 dell’epoca, introducendolo alla missione che avrebbe segnato uno dei film di maggior successo della saga.
La scherma, tuttavia, è una disciplina ben più antica, complessa, capace di attraversare i secoli. Secondo la definizione delle moderne Olimpiadi si tratta di uno sport di combattimento, in cui due atleti usano spade per attaccarsi l’un l’altro e difendersi, con l’obiettivo di colpire l’avversario ed ottenere punti. L’etimologia del termine longobardo ‘skirmjan’ – coprire, proteggere, schermare – ci suggerisce tuttavia che in tale contesto la difesa sia ben più importante dell’attacco.
Le prime testimonianze di duelli arrivano dall’Antico Egitto (1190 a.C. circa), dove gli schiavi combattevano con lunghi bastoni e impiegavano tecniche simili a quelle odierne. I greci iniziarono presto ad adoperare spade come lo xiphos o il kopis, ma il costo dei metalli fece sì che spesso venissero preferite le lance. Bisognerà attendere l’Impero romano per vedere le armi diffondersi capillarmente, e con esse la nascita di un nuovo genere di guerriero, il gladiatore.
È importante ricordare il debito che la scherma moderna ha nei confronti delle culture orientali. Nella Cina del VII secolo a.C., jian era una spada a doppio taglio maneggiata da maestri, gentiluomini, che richiedeva abilità per poter essere mossa tra le truppe. In Giappone, invece, la casta dei samurai riveriva la katana, che nel periodo Edo (1603 – 1868) trovò applicazione nei duelli regolati dal codice d’onore del bushidō. Le lame si diffusero rapidamente anche nelle Filippine e in Corea, paese che, a fronte di continui attacchi esterni, inserì presto le tecniche schermistiche tra le procedure militari canoniche.
Le prime corporazioni di maestri di scherma nacquero nella Germania del Quattrocento: in quel periodo il successo di tale disciplina fu tale da favorire l’introduzione di una nuova arma dalla punta appiattita, il fioretto, insieme a una maschera di rete metallica e a nuove regole. Il Grand Military Tournament and Assault at Arms (Londra, 1880) fu la prima competizione formale; sedici anni dopo, invece, l’Amateur Gymnastic and Fencing Association (oggi British Gymnastics) formalizzò un regolamento ufficiale, giusto in tempo per la prima apparizione ai Giochi Olimpici di Atene nel 1896.
Come tutte le discipline più diffuse, la scherma non manca nel parterre degli sport sponsorizzati da FILA. Questo excursus storico è la conclusione ideale dell’evento diffuso che settimana scorsa, venerdì 15 e sabato 16 settembre, ha conquistato Biella a colpi di fioretto. Due giorni di quadrangolare di sciabola maschile tra l’APD Pietro Micca e Piazza Duomo, animati da nomi illustri: Enrico Berré, argento a squadre olimpico Tokyo 2020, Luca Curatoli, argento a squadre olimpico Tokyo 2020, Michele Gallo, bronzo mondiale a squadre Il Cairo 2022 e Luigi Samele, argento individuale olimpico Tokyo 2020. Fondazione FILA Musuem, ancora una volta, ha supportato la manifestazione con gadget speciali, ma soprattutto con la passione che da sempre riserviamo allo sport praticato con passione.
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