ADRIANO, PAOLO E QUELLE DUE MAGLIETTE ROSSE

18 Dicembre 2021

Nella tradizione FILA il colore è un elemento cruciale, indossato dagli atleti per personalizzare e rendere indelebili le proprie imprese. Testimonianza emblematica, sin dalle origini, è il rosso: esso, oltre a comparire nel logo F-BOX e nelle righe della Polo Borg, nel 1976 marchia la storia del tennis grazie a un trionfo ormai leggendario.

Il 2021 celebra il 45esimo anniversario della vittoria della Nazionale Italiana alla Coppa Davis, ad oggi l’unica dal 1900. Un evento unico, nel quale la pratica sportiva incrocia la cronaca, e persino il dibattito politico. Tutti questi elementi sono stati protagonisti, lo scorso novembre, a Torino: il capoluogo sabaudo, oltre ad aver ospitato le Nitto ATP Finals e la Davis Cup stessa, ha ospitato anche la première di Una squadra, la serie TV Sky scritta da Domenico Procacci che nel maggio 2022 racconterà al pubblico i retroscena di un momento a dir poco magico, unendosi allo speciale Davis 76, L’altro cammino di Santiago, firmato, per la medesima rete, da Federico Buffa.

L’epica Nazionale è capitanata da Nicola Pietrangeli e composta da Corrado Barazzutti, Tonino Zugarelli Paolo Bertolucci ed Adriano Panatta: i ragazzi della porta accanto che conquistano le prime pagine anche per la capacità di rinnovare l’immagine di una disciplina non più percepita come elitaria. Nel 1976 il team conquista la finale contro il Cile, ma la prospettiva di disputare la partita decisiva nel Paese di Augusto Pinochet genera un dibattito senza precedenti, un coro che riunisce voci tra loro diversissime. A generare sgomento è specialmente l’idea di giocare all’Estadio Nacional di Santiago, luogo simbolico per le punizioni che i golpisti infliggono ai dissidenti. La squadra vola nella capitale cilena dopo aver discusso persino con la Federazione Italiana Tennis, ma fino all’ultimo nessuno può prevedere cosa accadrà in campo.

Coppa Davis 1976 Adriano Panatta Paolo Bertolucci
Adriano Panatta, Paolo Bertolucci

Con il soprannome ‘Ascenzietto’, Adriano Panatta è all’epoca il giocatore di punta: reduce dalle vittorie agli Internazionali di Roma e al Roland Garros, è uno dei nomi più acclamati sugli spalti. La sua irrequietezza, però, non lo fa dormire tranquillo, e proprio alla vigilia del famigerato evento, convincendo un più timoroso Bertolucci, ha un’idea per far sentire la propria voce. E passare alla storia. 


L’idea è quella di presentarsi al mondo indossando due polo di color rosso acceso, come segno evidente e inequivocabile di vicinanza al popolo cileno vessato. Non saranno le uniche che sfoggeranno: durante l’incontro ai due verrà chiesto di cambiarle, in totale ne indosseranno tre modelli differenti. Il cambio, però, non compromette l’esito finale: nel corso di quattro set la coppia Bertolucci-Panatta sconfigge il Cile con i punteggi 3-6, 6-2, 6-3 e 9-7.

A dispetto del suo afflato leggendario, ai tempi la vittoria non è stata forse festeggiata quanto avrebbe meritato. Quarantacinque anni dopo, però, quel momento è forse giunto.

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