Sotto l’ombrellone: Il romanzo di un fuoriclasse
Compendio puntuale per comprendere al meglio la figura di Alberto Tomba – eroe dello sci moderno e figura di punta nella tradizione degli sport invernali FILA – Il romanzo di un fuoriclasse, pubblicato nel 1992, ha una struttura complessa. Innanzitutto, oltre alla firma del campione bolognese porta quella di Leo Turrini, giornalista e scrittore specializzato in biografie (Lucio Battisti, Michael Schumacher). Secondariamente, è ricco di immagini firmate Penta Photo, agenzia foto giornalistica che dagli anni Ottanta segue i più importanti eventi sciistici internazionali. Infine, grazie all’intercessione dell’atleta, le parole si accompagnano a scatti provenienti dall’archivio privato della famiglia Tomba, garantendo così un documento di eccezionale unicità.
Il romanzo di un fuoriclasse parte dal principio, ovvero da quando Alberto muove i primi passi sulla neve a soli tre anni, complice papà Franco che nel tempo libero fa l’istruttore. In Emilia non nevica spesso, eppure il giovane Tomba dimostra una predisposizione che durante l’adolescenza è forgiata da allenatori di talento (Roberto Siorpaes) e fonti d’ispirazione (Ingemar Stenmark). Tra l’84 e l’87 Alberto è pronto a misurarsi con le prime importanti competizioni: il pubblico lo nota, i bolognesi sorridenti non si vedono spesso sulle piste. Lo sciatore inanella una serie di vittorie che lo fanno entrare di diritto sulle prime pagine delle riviste e nel cuore delle persone. Anche in quello di Stenmark, che dichiara: “quel ragazzo mi piace, ha un talento enorme. Sono contento quando ci batte tutti, perché è un piacere vederlo sciare”.
Culmine della narrazione è ovviamente Albertville 1992, l’Olimpiade in cui ‘Tomba la bomba’ si aggiudica la medaglia d’oro nello Slalom Gigante. Il racconto è una cronaca sportiva spigliata, densa di ritmo, rafforzata da un corredo fotografico le cui didascalie – mai leziose – sono piccoli testi nei testi, che scivolano leggere come la neve sui monti.
Ad impreziosire il tutto c’è ancora una volta FILA con le sue sgargianti tute da gara: blu e fucsia, verde menta e viola. In una carriera che ha visto alternarsi alti e bassi, cadute e risalite, costanti sono rimasti i colori del brand dei campioni, e indossati con disinvoltura dal fuoriclasse che dà il titolo al libro che – ne siamo certi – porterete con voi anche alla fine dell’estate.
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