BORDOCAMPO: DIANE McCAFFREY
Grazie al graduale miglioramento dello scenario globale, il nostro archivio biellese inizia ad accogliere nuovamente i protagonisti della scena FILA internazionale e nelle scorse settimane abbiamo avuto il piacere ritrovare dopo molto tempo Diane McCaffrey. Americana, Diane lavora per il marchio da venticinque anni ed è attualmente Vice President of Apparel Development and Merchandising. Complice una visita in Fondazione legata alla supervisione di progetti future, ne abbiamo approfittato per porle un’intervista alla quale non ha proprio potuto sottrarsi!
Cara Diane, siamo così felici di ritrovarti in museo, finalmente di persona! Ci piacerebbe iniziare partendo dai tuoi studi e dal tuo background, cosa puoi dirci in merito?
DIANE McCAFFREY: Ho frequentato il Fashion Institute of Technology di New York: sin dal principio mi interessava l’abbigliamento, ma ahimé non ero proprio capace di disegnare niente! Così ho iniziato a seguire corsi legati alla produzione tessile, e quando ho terminato il college mi sono approcciata ad impieghi che, per un motivo o per un altro, erano tutti legati all’activewear. Per darvi un’idea, lavoro per FILA da venticinque anni, dal 1997…!
Stavamo appunto per sottolinearlo: la tua esperienza in azienda è incredibilmente longeva! Com’è iniziato tutto?
DM: Ai tempi vivevo in Connecticut, ma quello che è poi diventato il mio attuale marito aveva desiderio di riavvicinarsi a New York. Scoprii che FILA era in cerca di un Product Manager per il basket, così mi feci assumere per ritornare da quelle parti, in New Jersey per l’esattezza, dove sono cresciuta.
A proposito di basket, il tuo esordio è avvenuto nel 1997, nel pieno dell’era Change the Game. Com’era quel periodo in termini di sport e cultura, quali sono i tuoi ricordi?
DM: La pallacanestro era importantissima per FILA. Venni assunta per lavorare al fianco degli stilisti – a quei tempi a New York lavoravano solamente designer, praticamente! Nel ’97 ruotava tutto attorno al basket: Grant Hill, Chris Webber, Jerry Stackhouse…Ricordo I miei viaggi a Detroit per incontrare Hill, per sottoporgli i nuovi prodotti e discutere eventuali modifiche a linee e colori. Era molto bello lavorare con lui, è una persona così dolce.
Attualmente ricopri il ruolo di Vice President of Apparel Development and Merchandising: quali sono i lati più interessanti del tuo lavoro?
DM: Amo avere diretto contatto con ogni prodotto, in qualsiasi categoria: il mio motto è ‘Se non ne so niente, allora non esiste!’ (ride, NdR). Tutto passa attraverso la mia supervisione, che si tratti di design oppure dello sviluppo di aspetti legati a tessuti, tagli o loghi. Voglio essere coinvolta in ogni singolo passaggio della produzione.
Hai visitato il nostro museo biellese molte volte, scoprendolo con look e allestimenti sempre differenti. Cosa ti appassiona maggiormente dell’heritage FILA?
DM: La cura e le modalità di racconto della storia del marchio in Fondazione sono semplicemente incredibili: pensare che un simile patrimonio sia preservato qui, sotto un unico tetto, bè, è fantastico. La città di Biella è sempre accogliente, proprio come i suoi prodighi, gentili abitanti.
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