BORDOCAMPO: FABIOLA SANGINETO
È possibile riassumere la storia di FILA SPORT in un’unica illustrazione? La risposta è sì, la fornisce Fabiola Sangineto, terza classificata sul podio di TUTT1 1NS1EME. L’illustratrice e architetto di base a Milano si è qualificata con City of the Future, opera visuale che, partendo dal logo Linear, sviluppa un’articolata struttura urbana, nella quale gli esseri umani coabitano in armonia uniti dalla passione per l’attività fisica. Coloratissimo, pop, più livelli di lettura, il lavoro di Fabiola è un ottimo spunto per immaginare la città (sostenibile) del futuro: ne abbiamo discusso direttamente con lei.
Ciao Fabiola, benvenuta sul blog! A te l’onore di presentarti ai nostri lettori.
FABIOLA SANGINETO: Sono da sempre appassionata di design, in particolare della storia che si nasconde dietro un brand. Studiare l’idea che sottende un segno grafico e la sua evoluzione nel tempo è di grande ispirazione, in particolare il logo FILA è stato concepito da menti visionarie, parliamo di designer del calibro di Sergio Privitera. Non solo brand identity e graphic design: anche i disegni realizzati da Pierluigi Rolando mi hanno permesso di approfondire l’estetica del brand, la nascita dell’immagine aziendale, le scelte di linee, colori e forme che hanno reso iconico il marchio, riconoscibile a livello mondiale.
City of the Future è un’opera che si sviluppa lungo molteplici livelli di lettura, proprio come un dipinto di Escher. Ti andrebbe di raccontarcela?
FS: Esatto, l’illustrazione digitale FILA – City of the Future è un’opera dai molteplici livelli di lettura. Una prima visione macroscopica parte dalla città nel suo complesso, in cui risaltano gli elementi compositivi costruiti in assonometria, ovvero le lettere della scritta TUTT1 1NS1EME e i personaggi che ruotano attorno al logo FILA. Il secondo livello di lettura risiede nella distribuzione contrapposta delle aree tematiche: il mare con il velista Giovanni Soldini in contrapposizione al monte Everest e la scalata di Reinhold Messner, la piscina olimpionica contrapposta al campo da tennis e così via. Un ulteriore livello di lettura è nei dettagli: ogni personaggio, infatti, indossa i colori del brand, e ricostruendo le scene emergono la versatilità e la molteplicità negli usi che in FILA vanno ben oltre l’aspetto meramente sportivo. Il paesaggio urbano si costruisce insieme, un tassello alla volta. Si tratta di un vero e proprio racconto visivo celebrativo della città del futuro, che fonda le proprie basi su un passato importante, storia rappresentativa dello spirito innovativo del brand che continua ad evolversi e a reinventarsi nel tempo.
È un progetto elaborato ma anche ambizioso, fin dal titolo. Quali sono, a tuo avviso, le sfide ecosostenibili che dovranno affrontare le città del futuro?
FS: È una domanda davvero complessa, darle un’unica risposta è complicato. Certo, le sfide ecosostenibili che le città del futuro si ritroveranno ad affrontare partiranno da problematiche del nostro presente e saranno legate al tema dei consumi energetici, il cambiamento climatico, il rispetto dell’ambiente e delle risorse disponibili sul pianeta. La sensibilizzazione sul tema è urgente e dovrebbe partire con la cooperazione di più parti: non si tratta di una responsabilità nelle mani di pochi, è un problema che riguarda tutti. Lo sport, in tal senso, educa a rispettare l’ambiente e a contenere gli sprechi, per cui, come specificato dal titolo del contest TUTT1 1NS1EME – è proprio da qui che dovremmo partire per migliorare le nostre condizioni di vita nel rispetto dell’ambiente, cooperando per un bene comune.
La tua professionalità fonde il talento per l’illustrazione con il rigore tipico dell’architettura. All’indomani del premio per TUTT1 1NS1EME, cosa auspichi per il domani?
FS: Mi auguro, consapevole che sia una visione utopica, che in futuro le città siano maggiormente a misura d’uomo, in armonia con l’ambiente e non in contrasto. Pensare ad un ridimensionamento della scala urbana, ragionare sul contenimento degli sprechi, sulla sostenibilità e sulla riqualificazione nel rispetto del paesaggio, sarebbe un vero e proprio trionfo delle nostre qualità di esseri viventi, abitanti consapevoli che rispettano il proprio pianeta.
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