ETICHETTE: L’ASCIUGATURA E LA CARDATURA DELLA LANA
Vi ricordate? Abbiamo cominciato il 2022 parlando di lana , che con la morbidezza delle sue fibre ci sembrava l’abbraccio migliore per stringervi ad inizio anno. Dopo aver sviscerato i processi di tosatura e lavaggio (che potete rileggere qui), affrontiamo adesso altri due momenti cruciali, l’asciugatura e la cardatura .
Il primo argomento, in verità , è abbastanza succinto: prevede infatti che il vello grezzo sia essiccato all’aperto, naturalmente, oppure artificialmente, con aria calda.
Ben più denso è invece il secondo. La cardatura è la fase che, districando e rendendo le fibre parallele tra loro, elimina le impurità residue. L’operazione prende il nome dalla pianta del cardo, le cui infiorescenze, in epoca preindustriale, venivano essiccate per ricavarne degli aculei. Da queste premesse nascono i cosiddetti ‘cardacci’, assi di legno con impugnature irte di chiodi: esse, sfregando tra loro, dipanavano le matasse.
Oggi la cardatura è un processo interamente meccanico e scandito da più fasi. La massa fibrosa, assottigliata da rulli, produce il cosiddetto nastro cardato. Successivamente lo stiro, ovvero il passaggio sotto ad altri rulli, lo rende ancora più compatto e omogeneo. La pettinatura, infine, ordina le fibre più lunghe in filamenti tra loro paralleli, producendo lo stoppino conclusivo.
A questo punto c’è un solo passaggio che ci separa dal prodotto finale, la filatura: appuntamento alla prossima Etichetta per conoscere insieme la conclusione di questo affascinante, secolare viaggio!
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