LA MIXED ABILITY, STORIA DA SCRIVERE INSIEME
Alcune delle storie narrate in questo Blog sono centenarie, talvolta millenarie.
Altre, invece, sono giovanissime, in corso, e forse la nostra testimonianza ne contribuisce alla scrittura.
Ecco, la Mixed Ability è una di esse. Una filosofia, un approccio, un movimento che si sta strutturando nel tempo, per aprire varchi di possibilità nello sport.
Ad ispirare tale pensiero c’è una considerazione, ovvero che molte persone ancora soffrono per le numerose barriere incontrate nella pratica sportiva.
Esse riguardano le disabilità fisiche e intellettive, l’età, il genere, il background sociale, la scarsa percezione dell’altro. Consapevole che lo sport non può dividere, bensì diventare terreno d’incontro, da alcuni anni l’organizzazione inglese IMAS – International Mixed Ability Sports (www.mixedabilitysports.org) opera per favorire la discussione intorno a tali tematiche.
II pensiero di IMAS è sintetizzato in un manifesto che si sviluppa a partire da parole chiave:
– Benessere e felicità: l’attività fisica è migliorativa, e proprio per questo gli esseri umani non possono essere esclusi da stigma e/o pregiudizi;
– Partecipazione paritaria: Mixed Ability incoraggia la collettività e il senso di appartenenza (es. a una squadra);
– Inclusione e uguaglianza: lo sport deve essere accessibile alle minoranze, non solo alle maggioranze consolidate;
– Stesse regole: le discipline Mixed Ability non sono adattate. Al contrario preservano le regole tradizionali, avvalendosi di aggiustamenti minimi che tengono conto dei bisogni specifici;
– Affiliazione e appartenenza: bando a classificazioni, segregazione e/o stereotipi;
– Rimozione delle barriere per consentire a gruppi marginalizzati di sfidare lo status quo e accedere ad eque condizioni di partecipazione.
La Mixed Ability prevede che le squadre siano generalmente composte da membri di ogni sesso, giovani e adulti, normodotati e persone con disabilità, professionisti e amatori. Una delle prime discipline ad abbracciare tale filosofia (Italia inclusa) è stata il rugby: come afferma Martino Corazza, cofondatore e direttore di IMAS, “il vero obiettivo è giocare, incarnare valori quali passione e solidarietà. Concetti come ‘Questo tu non lo puoi fare’ oppure ‘Questo è pericoloso per te’, qui non esistono. Tutti fanno tutto, secondo le rispettive capacità. Persone che non sapevano cosa fosse lo sport acquisiscono destrezza, motricità, fiducia”.
Guidata da nuove consapevolezze, Fondazione FILA Museum abbraccia la Mixed Ability come ispirazione per il futuro, auspicando progetti che ne intercettino le possibilità inclusive.
Leave a Reply