TRA LE PAGINE SPUNTÒ UN ORSO
OGNI TRASLOCO È UN INIZIO
“Sarà un’avventura, vedrai! Una città grande, tutta da esplorare…una scuola in cui stringere nuove amicizie…certo, magari non sarà immediato all’inizio, ma pian piano le cose accadranno con naturalezza!”
Papà mi parla come se fosse sul palco di un TED Talk, ma la verità è che dovrebbe solo badare a dove mette i piedi: gli scatoloni pesano e il rischio di inciampare è dietro l’angolo.
“Ouch!”
Ecco, appunto.
“Aiutami a rialzarmi, Virginia! Non avevo proprio visto il gradino…”
“Negli ultimi tempi non vedi un bel po’ di cose, papà: chessò, la mia antipatia per questo trasloco…”
Stretto al mio braccio, papà si alza e mi guarda, incapace di tradire un lampo di delusione.
“Sei ingiusta. Nemmeno per me è semplice cambiare. Ricominciare daccapo un’altra volta. Ma questo nuovo lavoro era un’opportunità, che ho accettato anche per te. Soprattutto per te. Scusami, quindi, se a volte cerco di migliorare le cose”.
“Mi disp-“
“Aiutami a scaricare gli scatoloni”.
La casa è accogliente, devo ammetterlo. Un angolo del grande soggiorno diventerà lo studio di papà, che infatti ha mollato le scatole per studiare dove disporre i testi con cui fa ricerca. Già, proprio quei libroni che sottolinea per giornate intere, spesso dimenticando di avere una figlia quattordicenne.
“Pa’, dove mettiamo l’enciclopedia? Saranno quattordici volumi, come minimo!”
Niente da fare, non mi ha sentito. È chino sul cellulare a rispondere a un’email: il suo corso all’università parte domani e la burocrazia è tanta. Anch’io tra qualche ora inaugurerò una vita nuova in una scuola di cui non so nulla, ma a quanto sembra non interessa a nessuno.
È una magra consolazione, ma per fortuna anche la mia camera da letto è ampia e luminosa. Inizio ad aprire gli scatoloni, non possono rimanere tra i piedi a lungo. Dentro c’è di tutto: abiti, accessori, profumi, testi scolastici, orsi bianchi…eh? Cos’ho detto?
Ma sì, è proprio così: la forma di un orso bianco intarsiata nel legno fa capolino tra le pagine dei miei libri. Anzi, di un volume nuovo, mai visto prima. È foderato di tessuto bianco, somiglia a un diario. Aprendolo nel punto marcato dal segnalibro, trovo una pagina scritta a mano.
“Virginia,
quando ricevemmo in dono questo segnalibro eri troppo piccola per serbarne ricordo. Ci trovavamo in un museo, per la prima volta ne visitavamo uno insieme. Raccontava tantissime storie, consegnando una lezione fondamentale: soltanto chi cambia ha futuro. È proprio così.
Sei tanto giovane, bambina mia, ma ti auguro di cambiare sentiero ogniqualvolta potrai, perché aggiungerà valore alla persona che diverrai. Oggi sono io ad accogliere il cambiamento, e tu un po’ ne paghi il prezzo. Ma questo trasloco è solo l’inizio di una storia nuova.
Se vorrai potrai raccontarla su questo diario. Se me ne leggerai qualche pagina, io ascolterò.”
Papà
Chiudo il volume, attenta a non rovinare l’orsetto bianco. Mi dirigo verso l’ampio salotto, da papà: tra i tanti scatoloni troveremo lo spazio di un abbraccio.
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