UN VELO LEGGERO – 1
Un telo, una casa
Stendere un telo mare equivale a gettare le fondamenta di una casa, un rifugio che accoglierà un periodo della nostra vita. E non è affatto semplice!
Innanzitutto bisogna cercare un suolo adatto. Liscio, morbido, indulgente. Insomma, qualcosa che non rassomigli a questo lido zeppo di sassi e pietruzze acuminate, sul quale a malapena riesco a poggiare la pianta del piede.
E i vicini? Ah, che tasto dolente! Ogni anno incrocio le dita implorando di non avere a che fare con urlatori pronti a disturbare momenti di quiete.
Dopo averla costruita, infine, la ‘casa’ in riva al mare va arredata. Ecco allora che sul mio bellissimo telo mare FILA compaiono i tanti oggetti che mi accompagneranno in queste giornate di ferie. Occhiali da sole, crema solare, il best seller acquistato con trasporto e che mai terminerò davvero…ogni oggetto trova una collocazione precisa e poco importa se non farò realmente uso di tutto.
Stendere un telo mare all’inizio delle vacanze significa improvvisarsi architetti. Cosa che per me non è affatto un atto di improvvisazione, visto che è il lavoro che svolgo quasi 365 giorni l’anno. E non è per niente facile staccare dalla professione, nemmeno quando il mare riposa placido di fronte ai tuoi occhi. Pensi sempre che il parquet della settimana scorsa poteva essere steso con maggior precisione, che potevi essere più educato con l’assistente appena arrivato e inesperto…Soprattutto, pensi che potresti anche smettere di guardare a questo telo come se fosse la pianta di un nuovo edificio!
E se la soluzione fosse proprio questa? Con uno scatto del piede il tessuto perfettamente steso si arriccia, diventando una montagnola informe che scompagina il libro poco distante. I sassolini volano per aria, stravolgendo il cantiere che avevo messo in piedi con tanta dovizia.
Il primo giorno in spiaggia è l’inizio di un cantiere. Sempre. La casa in cui abito non è perfetta, ma finalmente è tutta mia. Che le vacanze abbiano inizio.
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