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16 Ottobre 2021

Spesso accade che gli oggetti di uso quotidiano siano talmente familiari da impedirci di immaginarne la storia e i retroscena. Nel caso di una fibra come il pile, che durante l’inverno ci coccola sotto forma di voluminosi maglioni e avvolgenti coperte, si tratta di una storia che incrocia anche quella di FILA.

Le sue origini sono piuttosto recenti: nel 1979 l’azienda americana Malden Mills sviluppa una fibra continua di poliestere seguita da una spazzolatura finale (in inglese fleece) atta a creare un effetto soffice e a pelo raso. Malinda Chouinard (moglie di Ivan, fondatore di Patagonia), alla ricerca di un materiale leggero, traspirante e riscaldante, è tra i primi a scoprirlo e lo brevetta. Il nome ufficiale del brevetto, Polartecâ, si diffonde anche in Italia con il nome di pile.

Le sue caratteristiche tecniche lo rendono paragonabile alla lana: la morbidezza e la capacità di trattenere il calore, in particolare, lo configurano come mid-layer ideale per la montagna. Rispetto alla lana, tuttavia, presenta vantaggi ulteriori. Pensiamo, ad esempio, alla leggerezza, alla facilità di lavaggio in lavatrice, alla durevolezza nel tempo.

Ma parlare di pile significa anche parlare di sostenibilità ambientale, perché il tessuto sintetico nasce dal polimero PET (Polyethylene terephthalate) con cui è fatta la plastica: è stimato che con una quantità esigua di bottiglie (circa 18) si possa confezionare una felpa, limitando enormemente l’uso di petrolio e di gas tossici.

E la moda? Dalla fine degli anni Settanta il pile è presente nell’abbigliamento sportivo, caratterizzando discipline quali lo sci, l’alpinismo, l’arrampicata, il ciclismo e la corsa. Le sopraccitate caratteristiche, inoltre, lo rendono perfetto anche per scaldare la quotidianità, arricchendo di morbidezza capi come pigiami, coperte, berretti, pantofole. Nella tradizione FILA il pile è protagonista di un curioso aneddoto: come racconta Pierluigi Rolando (anche nel diario immaginario che gli abbiamo dedicato, MEET THE DESIGNER), a metà degli anni Ottanta Patagonia riconosce pubblicamente il debito verso FILA nel brevetto della fibra; in particolare attraverso uno statement che elogia l’influenza di un pullover 100% lana garzato su entrambi i lati. La storia del marchio biellese è punteggiata di dettagli in pile: dai capi SNOW TIME alle giacche FISI sino alle imbottiture di numerose calzature, FILA punteggia le sue collezioni di dettagli che scaldano, manifestando per l’ennesima volta un’innata cura per atlete e atleti.

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